L’iter burocratico necessario a dare il via ai lavori di rifacimento del campo sportivo «Ferdinando Taviani» si è finora rivelato ben più lungo di quanto si attendevano gli stessi responsabili. Il progetto di massima fu presentato a Bavari, in una partecipata assemblea pubblica svoltasi nel salone «F. Malaponte» del Circolo ACLI, fin dal 12 dicembre 2008. Il presidente della società sportiva Figenpa, l’ex calciatore Marco Nappi, proprio in quell’occasione aveva azzardato la previsione che già con l’inizio del 2009 sarebbe stato possibile procedere con i lavori. Nonostante la sua buona volontà, l’ultimo anno, da questo punto di vista, è trascorso in sordina. Anzi, la difficoltà nel capire quando e come le opere di ristrutturazione sarebbe cominciate, ha anche impedito che l’area di gioco potesse essere utilizzata nel corso della manifestazione ludico-sportiva «Bavari Insieme», organizzata tra la fine di giugno e l’inizio dello scorso luglio.
Questo stato di cose si è protratto indipendentemente dalla volontà tanto della società Figenpa (da cui era stata prontamente costituita la società sportiva Sporting Club «San Giorgio», titolata a gestire il nuovo impianto), quanto della Parrocchia di Bavari, proprietaria del terreno. Quest’ultima, che aveva dato il suo benestare al progetto presentato da Marco Nappi dopo aver visionato una serie di altre proposte e dopo aver preso atto del parere favorevole espresso dai cittadini che avevano partecipato all’assemblea pubblica di fine 2008, già l’11 marzo, sottoscrivendo il contratto di locazione con la neonata società sportiva, immetteva formalmente lo Sporting Club «San Giorgio» nel possesso dell’area locata, affidandogliene l’utilizzo e la gestione.
Le lungaggini burocratiche sono state essenzialmente causate prima dalla pratica di omologazione del progetto presentata al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.O.N.I.), che esprimeva il suo assenso non prima dell’inizio dell’estate 2009 (dopo alcune modifiche); poi dal successivo passaggio del progetto ai competenti uffici del Comune di Genova, per il rilascio degli indispensabili permessi. A tutt’oggi (inizio gennaio 2010) la situazione appare in stallo, ma in realtà la burocrazia continua a farla da padrone. E’ arrivata alla Parrocchia una lettera da parte del Comune dove la proprietà si deve impegnare a vincolare la destinazione d’uso del terreno a quella di “Campo Sportivo”; la richiesta ha giustamente portato Padre Riccardo a sottoporre la questione agli uffici legali della Curia. Poiché la destinazione d’uso di ogni singolo terreno nel Comune è stabilita e vincolata dal P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale), e che ogni progetto futuro (se mai ne verranno presentati altri) sarà soggetto all’approvazione del Comune (anche in base al P.U.C.) ci si chiede come mai il Comune voglia un impegno dal proprietario del terreno per una materia di cui è giudice. Ad oggi gli uffici della Curia stanno contattando il Comune per capire quale sia il vero significato della richiesta e per sbloccare definitivamente e con esito positivo la pratica.
Lo Sporting Club “San Giorgio”, attraverso il presidente Marco Nappi, ritiene, al momento, che il nuovo impianto potrebbe essere attivato, con ragionevole certezza, entro l’inizio della prossima stagione sportiva, quindi entro e non oltre il settembre del corrente anno. Oltre al rifacimento della superficie di gioco, che comporterà il rivestimento in materiale sintetico del terreno di gioco, il progetto prevede la realizzazione di un campo di calcetto sull’angolo di sud-ovest e di un campetto polifunzionale sul lato costeggiato dalla via Livello (destinato prevalentemente alle attività ludico-ricreative promosse o patrocinate dalla Parrocchia), unitamente alle necessarie strutture ricettive (spogliatoi, accoglienza, segreteria e sala riunioni) a corredo di quelle sportive.
A Bavari è palpabile l’attesa per l’inizio dei lavori. A questo proposito, come già dichiarato dal parroco padre Riccardo Saccomanno anche alla stampa locale (un articolo sull’argomento è comparso anche su Il Secolo XIX), è giusto precisare che la proprietà sta attivando ogni possibile canale per superare in breve tempo gli ultimi ostacoli che si frappongono all’esecuzione del progetto, il quale – a detta di tutti – valorizzerà dal punto di vista sia estetico che sociale e infrastrutturale una porzione di territorio purtroppo in disuso da quasi cinque anni.