Il voto regionale del 28-29 marzo sancisce una volta di più l’insindacabile predominanza del centrosinistra nel seggio di Bavari. Nel complesso, i partiti schierati a supporto della candidatura di Claudio Burlando assommano un abbondante 60% dei suffragi locali. Loro capocordata, il Partito Democratico, attestato a quota 41%. Un risultato lusinghiero eppure abbastanza lontano dal 50% e rotti raggiunto da Uniti nell’Ulivo (antesignano dell’odierno PD) alle europee del 2004, sfiorato alle regionali del 2005 e alle politiche del 2006 (rispettivamente 49,7% e 47,9%) e superato alle politiche del 2008 (51%). Il visibile arretramento del partito di Bersani – che resta di gran lunga il primo soggetto politico del paese – è in parte compensato dalla sensibile progressione dell’Italia dei Valori-Lista Di Pietro, che balza dal 2,6% delle europee di sei anni fa all’attuale 8,2%. Le restanti formazioni di sinistra raccolgono le frattaglie: la lista comunista (Rifondazione e PdCI) e Sinistra e Libertà (comunisti, socialisti, ambientalisti), prese insieme, non vanno oltre un modesto 3,6%. Male i Verdi, ormai ridotti al lumicino (1,5%) e male anche i moderati dell’UdC, che a Bavari si arrestano a un non esaltante 2,5%. Poco di meglio fa la Lista Burlando con il suo 2,9%.
Il centrodestra può trovare consolazione soltanto nel fatto che per la prima volta giunge in prossimità di quota 40%, una percentuale in precedenza mai nemmeno intravista. Eccellente l’11,6% della Lista Biasotti, che unito al 15,5% del Popolo della Libertà (un dato “interlocutorio”, né positivo né eccessivamente negativo) vede l’area per così dire “berlusconiana” più o meno stabile attorno al 27%, un valore appena inferiore alle politiche 2008 (PdL al 28%) e appena superiore alle europee dello scorso anno (25,5%). Il vero boom che si registra è quello della Lega Nord, che balza al 10,4%, raddoppiando il risultato delle politiche 2008 (5%) e incrementando ampiamente il 7,8% del giugno 2009.
Quanto alle preferenze, ottiene un consenso plebiscitario Roberta Morgano (PD): i suoi 132 voti in un solo seggio rappresentano un unicum nell’intero panorama ligure, ancorché non le permettano di entrare in Consiglio Regionale. Il numero di preferenze alla sua persona, comunque molto alto (circa 2200), costituisce un cospicuo assegno politico sicuramente spendibile in occasione di un prossimo turno amministrativo, come sembra del resto di poter arguire da alcuni rumors di corridoio. Successo per l’altro candidato democratico del Levante genovese Sergio “Pippo” Rossetti (ex Ppi-Margherita), che con le sue quasi 3900 preferenze fa il suo ingresso nell’Assemblea Legislativa ligure.
Piuttosto magro, invece, il bottino racimolato da Andrea Cevasco, che si ferma a 20 voti in quel di Bavari (13 a Fontanegli) e supera di una sola unità le 150 preferenze nella provincia di Genova, scontando la totale assenza di un’organizzazione territoriale degna di questo nome da parte del PdL. Non trascurabile il tesoretto di 18 preferenze andato a premiare Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega Nord, la cui comparsata in paese il 26 febbraio non è rimasta dunque infruttuosa.
Il coordinatore del PD Roberto Gaione, interpellato a botta calda, si è detto «molto amareggiato» soprattutto dal cattivo andamento elettorale del centrosinistra sul piano nazionale. Deluso e arrabbiato anche Andrea Cevasco (in realtà “arrabbiato” traduce in modo eufemistico il più colloquiale vocabolo da lui utilizzato sulla sua pagina di Facebook…), che ventila addirittura la possibilità di un abbandono della vita politica.
Spicca purtroppo il dato dell’astensionismo, pur sostanzialmente omogeneo a quello nazionale. Un segnale preoccupante, però, che denota la disaffezione crescente dei cittadini nei confronti della politica e dei suoi protagonisti.
Tra vincitori e vinti, Bavari, politicamente, si ritrova un po’ più debole, sebbene il sostegno assicurato concretamente dal PD locale al Presidente Burlando non possa rimanere lettera morta nemmeno nel prossimo quinquennio.