Non cadremo nella facile tentazione del trionfalismo. «Bavari Insieme», per comune ammissione, anche quest’anno ha inaugurato in modo gioioso e divertente la stagione estiva. L’organizzazione, se non proprio perfetta, è stata senz’altro puntuale sotto molti punti di vista. La sinergia tra le diverse associazioni del paese ha dato ancora una volta buoni frutti e, quel che più conta, non solo e non tanto sul piano dell’agonismo e dei risultati “sportivi”, quanto più su quello della socialità e della solidarietà. Bavari, quando vuole e se vuole, c’è. Tanto meglio se questo spirito di partecipazione animasse i nostri concittadini anche durante le cinquantuno settimane dell’anno in cui «Bavari Insieme» sta dentro la valigia dei sogni.
Nessun trionfalismo, dunque, ma tanta legittima soddisfazione. Soddisfazione per il numeroso pubblico che ha trascorso ore liete assistendo alle prove, gare ed esibizioni proposte; soddisfazione per i partecipanti, i giocatori, i concorrenti, le decine e decine di giovani e meno giovani che si sono cimentati con le “Olimpiadi strapaesane” di Bavari. Un buon segnale di vitalismo non fine a se stesso, bensì denso di importanti valori umani, irrinunciabili per una società che voglia dirsi ed essere veramente “civile”.
Certo, non è tutto oro quello che luccica: delle dieci associazioni promotrici, solo quattro o cinque, a essere di manica larga, hanno contribuito in modo costante e coerente al successo della manifestazione. Ma, del resto, non è più da tempo una notizia il fatto che l’associazionismo stia attraversando una fase ormai prolungata di inedia e di difficoltà. Bisogna giocoforza accontentarsi di quel poco che si ha. È proprio questo “poco” che va capitalizzato ed è proprio su questo “poco” che occorre investire. Lo hanno capito bene, nell’ultimo decennio, gli aclisti di Bavari, che – forti di un’antica e onorata tradizione, quella del cattolicesimo sociale, ma poveri di mezzi e di risorse umane – hanno gradualmente ricostruito la loro storica associazione sotto il profilo sociale fino a salire sul gradino più alto di «Bavari Insieme», a simbolico ma efficace riconoscimento del buon lavoro svolto un tutto questo periodo.
Non è affatto un caso che in entrambe le edizioni del nuovo corso le due associazioni che si sono contese il titolo siano state le stesse: la P.A. Croce Azzurra e il Circolo ACLI S. Giorgio. È l’evidente attestazione di una netta superiorità, che rispecchia plasticamente la vitalità di due gruppi reciprocamente eterogenei: folto ed estremamente fidelizzato quello della Croce, più ristretto ma determinato e metodico quello aclista. Due stili e due approcci molto differenti, magari opposti, ambedue però validissimi alla riprova dei fatti.
Chissà, forse è proprio nel Circolo ACLI e nella Croce Azzurra che Bavari può trovare la direttrice e il senso di marcia del suo prossimo futuro.