Di primarie, di primedonne e di primi cittadini
Preso atto della decisione della segreteria politica del Partito Democratico, sorge spontanea una domanda: se la coerenza ha ancora valore, quali atti incoerenti alla linea politica del PD ha fatto la Vincenzi per non essere ricandidata dal suo partito?
Premetto che per me criticare l’operato della Vincenzi, visto il mio pensiero, è cosa abituale e giusta. Però chi mi frequenta mi riconosce un’onestà intellet-tuale svincolata dall’ apparte-nenza. Onestà intellettuale che, anche in questo caso specifico, mi sforzerò di applicare.
Bisogna riconoscere al Sindaco uscente la coerenza programmatica e politica esercitate durante il suo mandato. Aveva promesso discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni e discontinuità è stata. Inoltre bisogna riconoscerle di aver governato la città in un momento di crisi economica e finanziaria senza precedenti e di aver vissuto il tutto avendo come controparte politica romana l’odiato Berlusconi.
Bisogna anche dire che l’eredità lasciatagli dal precedente Sindaco era tale da far tremare i polsi a chiunque: caso Acquasola, caso moschea, caso gronda, caso Aster, caso AMT-AMI, caso “nomadismo” indici di edificabilità, buco di bilancio, caso inceneritore e AMIU, caso Sportingenova: tutti innescati e mai risolti e chissà quanti altri mi sono dimenticato di citare. Ah, dimenticavo: sicurezza e manutenzione da vent’anni croce della nostra amata città.
Vedete, di fronte a queste realtà incontestabili, per me la Vincenzi ha lavorato come nessun altro aveva fatto prima. Poi, personalmente affermo che le soluzioni trovate sono peggio del peggio che avevamo; ma questo è un altro discorso. Un discorso che può valere se fatto dalla controparte politica e non dal suo stesso partito. Un discorso che avrebbe un senso solo se venissero sconfessate ideologicamente le scelte fatte da questa amministrazione.
La Pinotti vuole sfidare la Vincenzi? Ci spieghi cosa avrebbe fatto di diverso
nei casi sopra riportati. Inutile che il PD continui a negare: le primarie sono la cartina tornasole di una spaccatura latente e profonda, all’interno della coalizione di centro sinistra.
D’altronde i pettegolezzi cittadini mormorano che più del partito, sulla scelta delle primarie, abbia influito il volere del patriziato economico cittadino. Chissà, forse la Vincenzi nei suoi quattro anni, invece di lavorare avrebbe dovuto frequentare più assiduamente i salotti buoni.
In tutti i modi oramai la bomba primarie è stata innescata: speriamo che non sia solo il mezzo, già usato per altro in altre città, per una resa dei conti che potrebbe definirsi “fratricida” e che sicuramente non gioverebbe al bene cittadino.
ANDREA CEVASCO